Una volta, un topo di città e un topo di campagna si incontrarono. Cominciarono a parlare e a raccontarsi l’uno con l’altro quello che facevano;
il topo di campagna disse al suo amico di città:
“Beato te, che hai tanto da mangiare! Qui in campagna c’è sempre così poco da mettere sotto i denti”.
E l’altro:
“Ma io mangio sempre di corsa, scappando dai cani e dai gatti che mi inseguono nelle case! Beato te, che qui in campagna puoi mangiare con
calma”.
I due topi ebbero un’idea: si sarebbero scambiati tra loro; il topo di campagna sarebbe andato in città e avrebbe preso il posto dell’amico mentre il topo di città si sarebbe trasferito in
campagna.
I primi tempi le cose andarono alla grande: il topo di campagna si abbuffava di formaggio e quello di città mangiava le sue briciole con una calma
tale che si metteva a tavola a mezzogiorno e finiva al tramonto.
Presto, però, cominciarono a rimpiangere la vita che facevano prima: il topo di campagna tornò a desiderare la sua tranquillità e quello di città l’abbondanza di cibo.
E così, quando si incontrarono la volta successiva, decisero di tornare alle proprie vecchie case e alle vecchie vite.
Nella vita ci vuole un pizzico di umiltà nell’accettare le proprie condizioni: infatti, quelle degli altri spesso non sono tanto migliori, come si potrebbe pensare a prima vista.